3° Convegno internazionale di storia postale / 3rd International Congress of Postal History

Prato, 20-22 giugno / June 2024

Si è concluso il 3° Convegno internazionale “Storia postale. Sguardi multidisciplinari, sguardi diacronici”, organizzato dall’Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi” di Prato.
Tre giornate molto intense che hanno visto tre sedi cittadine coinvolte: la Biblioteca Roncioniana, l’Archivio di Stato ed infine la Biblioteca “Alessandro Lazzerini”.
Trentuno interventi di altrettanti specialisti, arrivati o in videoconferenza da America, Asia ed Europa, con contributi in italiano, francese e inglese.

Gli interventi / Photo gallery and abstracts

Mario Infelise

Professore emerito, Università Ca’ Foscari, Venezia


Prolusione al convegno. Storia postale e storia dei media. Esempi e riflessioni

Opening Lecture. Postal history and media history. Examples and considerations

20 giugno / June
Biblioteca Roncioniana, Prato

Linda McGuire

Independent Researcher, Scotland and France


Profile of an ancient letter carrier: evidence from the late Roman Republic

Profilo di un antico portalettere: una testimonianza della tarda età repubblicana


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Much has been written about the slaves and freedmen employed by Marcus Tullius Cicero (106-43 BCE). Cicero relied on others to perform specific tasks for him. He mentions letter carriers by name by way of indicating which letter was received. However, slave and freed letter carriers (tabellarii) supply an incomplete picture regarding Roman Republican mail delivery. Those who transported letters included a variety of people. This paper will examine descriptions, where provided, of this disparate group, in The Letters to Atticus and The Letters to his Friends. Do they share common traits that might be used to create a portrait of an ideal letter carrier? How do their descriptions compare with those who carried letters in other works of this period? Cicero’s choices were not primarily based on a person’s ability to overcome the challenges of ancient travel, nor availability. Cicero entrusted epistolary communications to people devoted to him.

Molto è stato scritto sugli schiavi e sui liberti impiegati da Marco Tullio Cicerone (106-43 a.C.). Cicerone si affidava ad altri per portare a termine compiti specifici. Per indicare le lettere ricevute cita i portalettere per nome. Tuttavia i portalettere, fossero schiavi o liberati (tabellarii), forniscono un quadro incompleto quando si parla di consegna della posta nella Roma repubblicana. Molte persone fungevano da portalettere. Questo studio esaminerà le descrizioni di questo gruppo variegato riportate nelle Epistole ad Attico e nelle Epistole ai familiari. Hanno tratti in comune utili a tratteggiare il ritratto del portalettere ideale? Come si pongono queste descrizioni rispetto a quelle dei portalettere descritti in altri testi coevi? Le scelte di Cicerone non si basavano principalmente sulle capacità che una persona aveva di superare le difficoltà di un viaggio nei tempi antichi, né sulla sua disponibilità. Cicerone affidava la comunicazione epistolare alle persone a lui devote.

Robert Abensur

Académie de Philatélie de Paris, France


Comment une enveloppe de 1615 pour un ambassadeur devient de l’histoire postale

How an envelope from 1615 for an ambassador becomes part of postal history

Come una lettera del 1615 per un ambasciatore diventa storia postale


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This envelope is addressed to the ambassador in Paris of the Serene Archdukes and bears a postal charge. With no content or sender’s name, it is mysterious and requires an in-depth investigation. It is first historical: the Archdukes govern the Spanish Netherlands. Then it becomes bibliographical in nobility records and prosopographical dictionaries to know the recipient. The research continues in the ambassador’s archives, preserved in Bruges, which unveils the sender’s name. This is confirmed by examining the seal on the envelope. Understanding the postal charge continues at the Archives nationales in Paris and in the Spanish archives in Simancas.

Questa busta è indirizzata all’ambasciatore dei Serenissimi Arciduchi a Parigi e reca una tariffa postale. Priva di contenuto o nome del mittente, è misteriosa e richiede un’analisi approfondita. Storica, prima di tutto: gli Arciduchi governano i Paesi Bassi spagnoli. Poi diventa bibliografica, nei registri nobiliari e nei dizionari prosopografici per individuare il destinatario. La ricerca continua negli archivi dell’ambasciatore, conservati a Bruges, e svela il nome del mittente. Dato confermato dall’esame del sigillo sulla busta. La comprensione delle tariffe postale continua negli Archives nationales di Parigi e negli archivi spagnoli di Simancas.

Sylvie Crogiez-Pétrequin

Université de Tours, France


Geografia ed economia del cursus publicus

Geography and economy of the cursus publicus

Géographie et économie du cursus publicus


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Le cursus publicus ou vehiculatio est le système de transport officiel de l’Empire romain (1er siècle-5e siècle de notre ère). Ce service administratif est un outil de gouvernance au service du pouvoir impérial et qui répond aux conceptions politiques, ainsi qu’aux logiques économiques et fiscales de ce pouvoir. Il s’agira de montrer concrètement que le service de transport officiel est bien un service impérial et non un service public, comme on peut le constater par exemple en comparant avec des services similaires de la même période historique (notamment la Chine). Un instrument de pouvoir et pour le pouvoir politique donc, qui disparaît ou est modifié géographiquement, politiquement et économiquement, au moment où l’espace de l’Empire romain s’amenuise ou change ses impératifs de gouvernement (Royaumes dits barbares et Empire Byzantin). Les sources à disposition sont les documents itinéraires (Itinéraire d’Antonin notamment), quelques textes littéraires, des inscriptions et les lois des Codes juridiques (Code Théodosien).

Il cursus publicus o vehiculatio è il sistema di trasporto ufficiale dell’Impero romano (I-V secolo d.C.). Questo servizio amministrativo è uno strumento di governance al servizio del potere imperiale che risponde alle concezioni politiche così come alle logiche economiche e fiscali di questo potere. Lo scopo è dimostrare concretamente che il servizio di trasporto ufficiale è effettivamente un servizio imperiale e non un servizio pubblico, come si può vedere ad esempio confrontando servizi simili dello stesso periodo storico (in particolare la Cina). Uno strumento di potere e per il potere politico quindi, che scompare o si modifica geograficamente, politicamente ed economicamente, nel momento in cui lo spazio dell’Impero romano diminuisce o cambia i suoi imperativi di governo (i cosiddetti Regni barbarici e l’Impero bizantino). Le fonti disponibili sono gli itinerari (in particolare l’Itinerario Antoniniano), alcuni testi letterari, alcune iscrizioni e le leggi dei Codici giuridici (Codice Teodosiano).

The cursus publicus or vehiculatio is the official transport system of the Roman Empire (1st-5th century AD). This administrative service is a tool of governance at the service of imperial power, responding to the political concepts as well as the economic and fiscal logic of this power. The aim is to show, in practice, that the official transport service is indeed an imperial service and not a public service, as can be seen for instance by comparing similar services from the same historical period (notably China). An instrument of power and for political power, which disappeared or changed geographically, politically, and economically as the space of the Roman Empire diminished or its governing imperatives changed (the so-called Barbarian Kingdoms and the Byzantine Empire). The sources available are itinerary documents (mainly Antonin’s Itinerary), a few literary texts, inscriptions, and the laws of the legal codes (Theodosian Code).

José Araneda Riquelme

Università degli studi Roma Tre


Segreti oltreoceano. Analisi della comunicazione epistolare tra il Cile coloniale e la Corona spagnola (1598-1670)

Overseas Secrets. Analysing the epistolary communication between colonial Chile and the Spanish Crown (1598-1670)


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Durante la conquista dei territori americani la corona spagnola implementò un controllo politico più rigoroso. Considerando il Cile come studio di caso, il mio intervento analizza il ruolo cruciale delle lettere sigillate come mezzi di informazione per Madrid. Le disposizioni legali del Cinquecento stabilirono il “segreto epistolare” come elemento chiave per la circolazione delle lettere. Tuttavia, la mancanza di un’istituzione postale consolidata, insieme alla distanza dal nuovo impero, sviluppò nuove strategie per preservare il segreto postale nella comunicazione a lunga distanza. Il dilemma della possibile violazione del segreto contribuì all’incertezza nella gestione della comunicazione postale. Furono quindi sviluppati diversi meccanismi innovativi per sigillare le lettere. Questo intervento propone di collegare la storia delle comunicazioni all’analisi della materialità delle lettere, per comprendere l’esperienza di inviare una lettera dalla frontiera dell’Impero al centro monarchico spagnolo. La gestione del segreto epistolare risulta elemento cruciale nel comprendere le relazioni tra metropoli spagnola e territori coloniali.

During the conquest of the American territories, the Spanish crown implemented a stricter political control. Considering Chile as a case study, my paper analyses the primary role played by sealed letters as a means of information for Madrid. During the 16th century, legal dispositions established ‘epistolary secrecy’ as a key element for the circulation of letters. However, the lack of a secure postal institution, together with the distance to the new empire, developed new strategies to preserve postal secrecy in long-distance communication. The dilemma of possible breach in secrecy made the management of postal communication uncertain. Hence the development of various innovative mechanisms to seal letters. This paper proposes to connect the history of communication to the analysis of the materiality of letters, in order to understand the experience of sending letters from the frontier of the Empire to the Spanish monarchic centre.

Diane DeBlois, Robert Dalton Harris

Editors, The Postal History Journal


Denizens of Pseudo-Post spanning the History of the US Post Office

Elementi pseudo-postali e altri oggetti nella storia degli uffici postali statunitensi


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‘Letter Rack’ paintings that featured trompe-l’oeil depictions of objects originated in the Netherlands in the 1650s. Edward Collier’s move to London in 1693 coincided with revolutions in the delivery of English mail, and he included postmarks on his painted letters. These visual postal “memes” invited viewers to engage in a novel relationship with mail that can be traced from Collier’s cryptic assemblages to disingenuous postal references that proliferated under the United States Postal Service of the late 20th century. Our graphic narrative will follow landmarks in postal practice. The primacy of letter mail in the early United States post, dominated by the carriage of newspapers, inspired innocent mimesis: for example, lithographed form letters that presented as handwritten communication, and so on. Postal reform added a new element for postal recognition. Depictions of postage stamps became a mainstay of advertising both in Europe and America, and inexpensive chromolithography allowed for their democratic spread. Mail classification in 1863 inspired postal deception: e.g. handbills looking like circulars; circulars looking like letters. The tactic of designing a piece of mail to resemble one of a more expensive uniquely blossomed with the creation of the United States Postal Service in the 1970s and continues today.

I dipinti con “porta lettere”, veri e propri trompe-l’oeil, nacquero nei Paesi Bassi attorno al 1650. Il trasferimento di Edward Collier a Londra nel 1693 coincise con una rivoluzione nella consegna della posta inglese; nei suoi quadri l’artista, oltre alle lettere, dipingeva anche i timbri postali. Questi “meme” invitavano gli spettatori ad avere un rapporto nuovo con la posta, che dai messaggi nascosti di Collier arriva ai riferimenti falsi che proliferarono con l’USPS alla fine del XX secolo. La nostra narrazione grafica seguirà i punti di riferimento della pratica postale. La supremazia della corrispondenza nel primo periodo del servizio postale statunitense, dominato dal trasporto dei giornali, ispirò imitazioni innocenti: ad esempio, lettere litografate simili a comunicazioni scritte a mano, e così via. La riforma postale aggiunse un nuovo elemento di riconoscimento. Le raffigurazioni dei francobolli divennero un pilastro della pubblicità sia in Europa che in America, e la cromolitografia a basso costo ne permise una diffusione democratica. La classificazione della posta nel 1863 ispirò veri e propri inganni, come volantini che sembravano circolari e circolari che sembravano lettere. La tattica di disegnare un oggetto postale per farlo somigliare a uno più costoso fiorì con la creazione del’USPS negli anni ‘70 e continua ancor oggi.

Silvio Antonio Pellico

Ricercatore indipendente / Independent Researcher


«Con Postal Market sai, uso la testa, e ogni pacco che mi arriva è una festa». La merce che arriva per posta

Postal Market: Goods coming through the post


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«Pryce-Jones poteva solo sognare l’impatto che la sua visione imprenditoriale avrebbe avuto sul mondo quando vendeva flanella gallese alla regina Vittoria e Florence Nightingale alla fine del 1800. Jones è accreditato come il pioniere di un’industria globale della vendita per corrispondenza che ora vale circa 75 miliardi di sterline. Dimenticate Internet e i fattorini, Pryce-Jones usava l’autostrada del giorno: la ferrovia e la posta» (Christmas: The mail order pioneer who started a billion-pound industry, in BBC News, 25 dicembre 2020). Peter Shuttleworth, giornalista della BBC, apre così il suo articolo sull’epopea della vendita per corrispondenza che rappresenta, dagli albori fino all’evoluzione nell’e-commerce, la possibilità di ottenere con comodità beni di qualità spesso irreperibili sul mercato tradizionale. Essa è tutt’oggi una rete commerciale che ancora, dopo secoli, soddisfa i consumatori. Sovrani e nobili non sono mai stati estranei a questi commerci: “bastava” avere rapporti con i produttori e mezzi di trasporto idonei. Qual è allora il valore aggiunto che permise a clienti di ogni classe sociale di fare acquisti da casa? È il nuovo Sistema Postale, che rese possibile un servizio alla portata di un numero crescente di soggetti. Comprendere il fenomeno di “Pryce-Jones” e altri emblemi della vendita per corrispondenza è possibile solo percorrendo la rete postale che lo rese un fenomeno di “massa”.

«Pryce Jones could only dream of the impact his entrepreneurial vision would have on the world when he was selling Welsh flannel to Queen Victoria and Florence Nightingale in the late 1800s. Jones is credited as being the pioneer of a global mail order industry now worth about £75bn. Forget the internet and delivery drivers, Pryce Jones used the superhighway of the day – the railway and parcel post. » (Christmas: The mail order pioneer who started a billion-pound industry, in BBC News, 25 December 2020). This is how BBC journalist Peter Shuttleworth starts his article on the history of mail order, which represents, from its beginnings to its evolution into e-commerce, the possibility of conveniently obtaining quality goods, often unavailable on the traditional market. It is a commercial network that still, after centuries, satisfies consumers. Sovereigns and nobles have never been strangers to these trades: it was ‘enough’ to have relationships with producers and suitable means of transport. So, what was the added value that allowed customers of all social classes to shop from home? It was the new Postal System, which enabled a service within the reach of an increasing number of people. Understanding the phenomenon of ‘Pryce-Jones’ and other symbols of mail order is only possible by going through the postal network that made it a ‘mass’ phenomenon.

Stephan Sander-Faes

University of Bergen, Norway


‘Cold War Greetings’. A Central Europe Collection of c. 40,000 Postcards

“Saluti dalla Guerra fredda”. Una collezione di circa 40.000 cartoline dell’Europa centrale


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In 2023, I obtained the postcard collection of my late grandfather, Erich Sonntag. Comprising approx. 40,000 individual postcards mainly from the Cold War era and with a territorial focus on Central Europe, this is one of the largest such collections in Northern Europe. Postcards may be analysed in many ways: from an art-historical point of view, the techniques, their pictorial canon, and the aesthetic components loom large; for cultural, social, and economic historians, the images themselves and part of the reverse are of more interest; finally, urban historians and architects might consider these sources invaluable as esp. pre-WW2 postcards frequently show buildings that were severely damaged in the war or destroyed altogether. Finally, images of displaying local traditions and dress permit a window into the mass-produced (self) representation of, e.g., the rural western Balkans. These sources offer many different avenues of research, incl. (mass) tourism and, due to them showing the recent past, environmental change. Moreover, since the writing of postcards has been almost completely displaced by the diffusion of digital cameras, such a collection offers a unique glimpse into an era replete with seemingly bygone practices of writing and staying in contact that have, so far, received virtually no scholarly attention.

Nel 2023 ho ereditato la collezione di cartoline di mio nonno, Erich Sonntag. Si tratta di una collezione di circa 40.000 cartoline, principalmente dell’epoca della Guerra Fredda e dedicate all’Europa centrale, una delle più grandi di questo tipo nel Nord Europa. Le cartoline si possono analizzare in molti modi: dal punto di vista storico-artistico, le tecniche, i loro canoni pittorici e le componenti estetiche rivestono grande importanza; per gli storici culturali, sociali ed economici, le immagini stesse e parte del verso sono più interessanti; infine, gli storici dell’urbanistica e gli architetti potrebbero considerarle inestimabili, in quanto soprattutto quelle del periodo precedente la Seconda Guerra Mondiale mostrano spesso edifici poi gravemente danneggiati o distrutti del tutto. Infine, le immagini di tradizioni e abiti locali permettono di osservarne la (auto)rappresentazione di massa, per es. nei Balcani occidentali rurali. Queste fonti offrono diversi spunti di ricerca, tra cui il turismo (di massa) e, dato che mostrano il passato recente, i cambiamenti ambientali. Inoltre, poiché a causa della diffusione delle macchine fotografiche digitali non si scrivono quasi più cartoline, questa collezione offre uno sguardo unico su un’epoca in cui si scriveva e ci si teneva molto in contatto con metodi che sembrano scomparsi e che finora non hanno ricevuto che poca o nessuna attenzione da parte degli studiosi.

Alessia Ceccarelli

“Sapienza” Università di Roma


Dalla Curia romana alla nunziatura di Madrid. La rotta postale marittima gestita da Geronimo e Filippo Spinola, Maestri generali delle Poste di Genova e ‘messaggeri dei papi’ (1645-1658)

From the Roman Curia to the Nunciature in Madrid. The maritime postal route managed by Geronimo and Filippo Spinola, Postmaster Generals of Genoa and ‘messengers of the popes’ (1645-1658)


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La storia del sistema postale genovese rimane in larga parte da scrivere, specie in relazione ai primi secoli dell’età moderna. Pressoché nulla sapevamo, ad esempio, del ‘sistema Spinola’, la rotta marittima Genova-Valencia/Alicante ideata da Geronimo Spinola, Maestro generale delle Poste di Genova, su richiesta di Innocenzo X Pamphilj, e da Geronimo gestita, tra 1645 e 1655. Toccò quindi a suo figlio Filippo, nuovo Maestro generale, che ne proseguì l’opera fino al 1658, al servizio di Alessandro VII Chigi. Una rotta che garantiva la massima rapidità e sicurezza dei flussi postali tra la Curia romana e la nunziatura di Madrid (e viceversa) durante la tormentata temperie politica compresa fra l’epilogo della guerra dei Trent’anni (1648) e la Pace dei Pirenei (1659). Sulla scorta della ricca documentazione conservata in Archivio Apostolico Vaticano è possibile ricostruire il funzionamento di questo servizio postale e analizzare i suoi aspetti peculiari. Gli Spinola – esponenti della nobiltà vecchia genovese, fortemente legati alla corte di Madrid e alla Curia romana – idearono e gestirono un collegamento postale sostanzialmente nuovo, basato sull’utilizzo di convogli armati: prevalentemente feluche, tartane o petacchi (imbarcazioni commerciali di medio-piccolo tonnellaggio) capaci di percorrere in pochi giorni, a drittura, lo spazio marittimo tra il Golfo di Genova e i principali porti del País Valencià, ovvero di neutralizzare la minaccia francese (l’intensa attività militare e di spionaggio che faceva capo alla Corte di Parigi).

The history of the Genoese postal system is a neglected subject, especially in relation to the 16th and 17th centuries. We knew nothing, for example, about the ‘Spinola system’, the Genoa-Valencia/Alicante maritime route devised by Geronimo Spinola, Postmaster General of Genoa, at the request of Innocent X Pamphilj, and operated by Geronimo between 1645 and 1655. Geronimo’s successor as Postmaster General was his son Filippo, who continued his work until 1658, in the service of Alexander VII Chigi. The ‘Spinola system’ guaranteed the maximum rapidity and security of postal flows between the Roman Curia and the Nunciature in Madrid (and vice versa) during the tormented political climate between the end of the Thirty Years’ War (1648) and the Peace of the Pyrenees (1659). Based on the rich documentation preserved in the Archivio Apostolico Vaticano it is possible to reconstruct the functioning of this postal service and analyse its peculiar aspects. The Spinolas – exponents of the old Genoese nobility, strongly linked to the Court of Madrid and the Roman Curia – devised and managed a substantially new postal connection, based on the use of armed convoys: mainly feluccas, tartanes or petacchi (small to medium-sized commercial vessels) capable of travelling the maritime space between the Gulf of Genoa and the main ports of the País Valencià in just a few days and directly, and of neutralising the French threat (the intense military and espionage activity directed by the Court of Paris).

21 giugno / June
Archivio di Stato di Prato

Juraj Kittler

St. Lawrence University, USA


From Alexandria to Cairo and Damascus: Venetian Merchants and their Experience with the Mamluk Posts in Egypt in the Early 1400s

Da Alessandria al Cairo e a Damasco. Mercanti veneziani e la loro esperienza con la posta mamelucca in Egitto agli inizi del Quattrocento


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There are similarities between what is known about the commercial fuyūj network on the territories of the Mamluk empire in Egypt, and the basic structure of the Italian scarsella system that emerged in Europe in the 13th century in the context of the Champagne fairs. The Italian merchants, active in the Middle East as of the 11th century, were naturally acquainted with its operations. Among the most important sources is the literary heritage of the Venetian consul in Cairo, Biagio Dolfin (1418-1420). His writings are the focus of this study which analyzes the information from Dolfin’s files preserved at the State Archives in Venice, revealing the extent to which his office relied upon the Mamluk posts. The information comes from three different types of documents. The first two pertain to mid-range postal expeditions within Egypt. They are Dolfin’s letters exchanged with his business partners, and his petty cash accounting books which reveals sums of money paid e.g. to the couriers and to their overseer. The third type of document is the most complex: two one-off notary contracts signed during Dolfin’s consulship – to hire two different couriers to carry letters of the Italian/Venetian merchants in Alessandria to their partners in Damascus and Acre. Their texts contain key financial aspects of the delivery and the expected duration of the journeys.

Esistono analogie tra ciò che sappiamo della rete commerciale dei fuyūj nei territori dell’impero mamelucco in Egitto e la struttura base del sistema italiano della scarsella, apparso in Europa nel XIII secolo nel contesto delle fiere della Champagne. I mercanti italiani, attivi in Medio Oriente fin dall’XI secolo, erano ovviamente a conoscenza di come funzionasse. Tra le fonti più importanti c’è il patrimonio letterario del console veneziano al Cairo, Biagio Dolfin (1418-1420). I suoi scritti rappresentano il fulcro di questo studio che analizza le informazioni provenienti dai fascicoli di Dolfin conservati nell’Archivio di Stato di Venezia, rivelando quanto il suo ufficio si appoggiasse alle poste mamelucche. Le informazioni derivano da tre diversi tipi di documenti. I primi due riguardano spedizioni postali di medio raggio in Egitto. Si tratta delle lettere di Dolfin scambiate con i suoi soci d’affari e delle registrazioni di fondo cassa, che rivelano le somme di denaro pagate, ad esempio, ai corrieri e al loro sovrintendente. Il terzo tipo di documento è il più complesso: si tratta di due contratti notarili stipulati una tantum durante il suo consolato per assumere due diversi corrieri che trasportassero le lettere dei mercanti italo-veneziani di Alessandria ai loro partner di Damasco e Acri. I testi contengono gli aspetti finanziari chiave della consegna e la durata prevista dei viaggi.

Michele Santoro

PhD candidate, Cà Foscari Università di Venezia – Università di Padova


Cattaro e l’istituzione della prima rete postale fra Venezia e Costantinopoli (1535-1645)

Cattaro and the establishment of the first postal network between Venice and Constantinople (1535-1645)


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A quasi venticinque anni dalla pubblicazione del volume di Luciano De Zanche: Tra Costantinopoli e Venezia: dispacci di Stato e lettere di mercanti dal basso Medioevo alla caduta della Serenissima, si può fare il punto della situazione sugli sviluppi raggiunti nel tema della comunicazione postale tra Venezia e il Levante. De Zanche fu fra i primi ad individuare la centralità di Cattaro, ma lasciò ai posteri l’analisi degli aspetti istituzionali che regolavano questo importante processo logistico fra le due capitali mediterranee. La città è stata oggetto di ricerche e di contributi che hanno rilevato importanti aspetti del sistema (E. R. Dursteler 2009; A. Molnar 2013). Tuttavia, rimangono aperte molte questioni in particolare sul periodo a cavallo tra XVI e XVII secolo. Quanto influì l’istituzione della «via per Cattaro» sul controllo delle informazioni durante le guerre e durante la pace del 1573-1645? Quali erano i prezzi degli «spazzi» e le tempistiche di consegna ai primordi del servizio e quanto influì l’impiego di imbarcazioni migliori sulla cadenza delle comunicazioni e sul costo del servizio per lo Stato? Qual era il ruolo del Bailo di Costantinopoli nel network e quale quello delle famiglie cui il governo veneto affidò questo compito per oltre un secolo?.

Almost 25 years after the publication of Luciano De Zanche’s book: Tra Costantinopoli e Venezia: dispacci di Stato e lettere di mercanti dal basso Medioevo alla caduta della Serenissima, we can define the developments achieved in the subject of postal communication between Venice and the Levant. De Zanche was among the first to identify the centrality of Kotor, but he left to posterity the analysis of the institutional aspects regulating this important logistical process between the two Mediterranean capitals. The city has been the subject of research and contributions that showed important aspects of the system (E. R. Dursteler 2009; A. Molnar 2013). However, many questions remain open, particularly on the period between the 16th and 17th centuries. How much did the establishment of the ‘road to Kotor’ influence the control of information during the wars and during the peace of 1573-1645? What were the prices of the ‘spazzi’ and the timing of delivery in the early days of the service, and how much did the use of better ships affect the frequency of communication and the cost of the service to the State? What was the role of the Bailo of Constantinople in the network and what was the role of the families that were given this task by the Venetian government for over a century?

Alberto E. Minetti

Università di Milano


Camels (Camelus Dromedarius) in swift postal systems of Umayyad and Abbasid Caliphates (661-1258 CE)

Il cammello (Camelus Dromedarius) nei sistemi postali veloci dei califfati omayyadi e abbasidi (661-1258 AD)


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I sistemi postali veloci hanno utilizzato i cavalli per oltre due millenni, mostrando una invarianza nella velocità media e nella distanza tra le stazioni di cambio dei cavalli. Tuttavia, in alcune aree calde e aride, il cammello (Camelus Dromedarius) è stato impiegato al posto del cavallo o in combinazione con esso. In Asia Centrale e sulle coste del Mediterraneo, i corrieri dei Califfati islamici (661-1258 AD, oltre 6000 km di percorso, 930 stazioni di cambio e circa 40000 animali coinvolti) hanno utilizzato anche i cammelli per garantire un servizio postale veloce ed efficace. L’adattamento anatomico, biomeccanico, termoregolatorio, cardio-circolatorio, renale e, soprattutto, la loro economia della locomozione (energia metabolica spesa per unità di distanza), li rendono corrieri più affidabili e resistenti rispetto ai cavalli. Le quasi doppie performance in velocità media o distanza del cammello sono anche riportate da riferimenti storici e da record ottenuti in competizioni organizzate nei paesi arabi. È quindi chiaro che se il cavallo è stato protagonista dei sistemi postali celeri a latitudini maggiori di 35° N, il cammello è stato scelto per le latitudini da 15 a 35° N (dell’emisfero boreale). Tuttavia, ulteriori esperimenti in ambito biomeccanico, saranno necessari per spiegare i determinanti ultimi della rimarchevole economia della locomozione nel cammello.

Horse-based swift postal systems operated for more than 2 thousand years (540 BC – 1861 CE), showing almost constant speed and relay distance travelled. Though, at very hot and arid latitudes with sandy terrains, camels complemented or even replaced horses. The postal route from Central Asia to Morocco/Spain along southern Mediterranean shores (Umayyad and Abbasid Caliphates’ couriers (661-1258 CE), 6000 km, 930 relay stations and about 40000 animals involved) exploited better physiologic and biomechanical adaptations of the camel (Camelus Dromedarius) to that extreme environment: anatomy, thermoregulation, cardiac/blood circulation, urine concentration and, mainly, the extraordinary locomotion economy (low metabolic energy spent to travel a unit distance). The much increased camels’ average speed or distance travelled (x2 with respect to horses) are also partly expected due to historical studies and records of modern races organized in Arabic Peninsula. We have hints, then, to conclude that (for boreal hemisphere) as horses have been the undiscussed dominator of swift postal systems at latitudes higher than about 35° N, camels have been the quadruped of choice in the latitude range 15-35° N. However, biomechanical experiments will explain the ultimate determinants of such an outstanding metabolic economy of locomotion.

Manu Sharma

Council for Strategic and Defense Research, New Delhi, India


Cold War Chronicles on Postage Stamps. Visualizing the International Relations of China and India

Cronache della Guerra fredda sui francobolli. Osservare le relazioni internazionali di Cina e India


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This study aims to explore and compare the historical international relations of China and India during the Cold War using their postage stamps. The aim is not merely to retell the historical events of the Cold War but to introduce a novel source/method in the form of stamps and to juxtapose how the iconography of postage stamps and Cold War era diplomacy inform each other. During the onset of the Cold War in Asia, India and China emerged as new sovereign states on the world’s geopolitical landscape. While the newly established communist China quickly aligned itself with the Soviet-led socialist bloc, India, as a newly independent postcolonial state, adopted a policy of non-alignment towards the power blocs. However, in the subsequent decades, the intricate complexities of Cold War power dynamics led to the deterioration of China’s ties with USA and the Soviet Union. At the same time, India drew closer to the Soviet Union. Furthermore, both India and China also asserted their roots and solidarity with the countries of the Global South. Hence, this study seeks to deconstruct how the ideological confrontation of Cold War factored into the choice of stamp designs issued by India and China during that era.

Questo studio si propone di analizzare e confrontare le relazioni internazionali storiche di Cina e India durante la Guerra Fredda tramite i francobolli. L’obiettivo non è solo quello di raccontare gli eventi storici della Guerra Fredda, ma anche di introdurre una fonte o un metodo nuovi attraverso i francobolli e di accostare la loro iconografia alla diplomazia della Guerra Fredda. All’inizio della Guerra Fredda in Asia, l’India e la Cina emersero come nuovi Stati sovrani nel panorama geopolitico mondiale. Mentre la nuova Cina comunista si allineava velocemente al blocco socialista a guida sovietica, l’India, in quanto Stato postcoloniale di recente indipendenza, adottò una politica di non allineamento ai blocchi di potere. Tuttavia, nei decenni successivi, le intricate complessità delle dinamiche di potere della Guerra Fredda portarono al deterioramento dei legami della Cina con Stati Uniti e URSS. Allo stesso tempo, l’India si avvicinò all’URSS. Inoltre, sia l’India che la Cina affermarono i loro legami e la loro solidarietà con i Paesi del Sud del mondo. Questo studio cerca quindi di decostruire ed esaminare come il confronto ideologico della Guerra Fredda abbia influito sulla scelta dei disegni dei francobolli emessi dall’India e dalla Cina in quel periodo.

Mark Brayshay

Emeritus Professor University of Plymouth


The recipients of (government) postal communications in England’s incorporated boroughs in the later Tudor years

I destinatari delle comunicazioni postali (governative) nelle città con privilegi nell’Inghilterra dell’ultimo periodo Tudor


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My paper deals with the recipients of (government) postal communications in England’s incorporated boroughs (towns) in the later Tudor years. For some, the records of ‘rewards’ paid to bearers are remarkably full. A good example might be the town of Nottingham, located a few miles west of the Exchequer-funded postal stage of Newark-upon-Trent (lying on the main highway, running north, from London to the border with Scotland). Nottingham’s information can be related to the same process occurring in other cities/boroughs across England and Wales. It is also sometimes possible to match the payment of a reward (to the bearer) with the particular item that was brought by him ‘in post’ to the mayor of the town. In a sense, therefore, it reveals ‘central government control’ being exercised, across the country, in the later 1500s, ‘by post’.

Il mio intervento tratta dei destinatari delle comunicazioni postali (governative) nelle città con privilegi nell’Inghilterra dell’ultimo periodo Tudor. In alcuni casi, i documenti relativi alle “ricompense” pagate ai portatori sono straordinariamente ricchi di informazioni. Possiamo prendere come valido esempio la città di Nottingham, situata a poche miglia a ovest della stazione postale di Newark-upon-Trent, finanziata dallo Scacchiere (e situata sulla strada principale che corre verso nord, da Londra al confine con la Scozia). Le informazioni relative a Nottingham possono essere collegate allo stesso processo che si verifica in altre città/comuni dell’Inghilterra e del Galles. A volte è addirittura possibile abbinare il pagamento di una ricompensa (al portatore) con un preciso articolo portato da quest’ultimo “per posta” al sindaco della città. In un certo senso, quindi, ciò rivela che il “controllo del governo centrale” veniva esercitato in tutto il Paese, alla fine del 1500, “per posta”.

Tao Sun

PhD candidate, University of Tours, France


Le système postal dans l’Empire chinois sous les dynasties Qin et Han (221 av. J.-C.-220 apr. J.-C.)

The postal system in the Chinese Empire during the Qin and Han dynasties (221 BCE - 220 CE)

Il sistema postale nell’impero cinese sotto le dinastie Qin e Han (221 aC - 220 dC)


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Le système postal chinois remonte à l’Antiquité, une époque les royaumes dispersés sur le territoire chinois ont établi différents modèles de transmission d’informations, principalement dépendant des besoins des dirigeants locaux. Toutefois, l’unification de la Chine par la dynastie Qin en 221 av. J.-C. a aussi entrainé l’unification du système de transmission de l’information, désormais règlementé par la loi de la cour centrale de Qin. L’essentiel de ce système postal a été hérité par la continuatrice immédiate de Qin, la dynastie Han (206 av. J.-C.- 220 apr. J-C.), et maintenu par toutes les dynasties suivantes. Dans notre présentation, nous essaierons de montrer en quoi consiste le système postal en Chine antique et comment il fonctionne en tant que moyens de communication et notamment outil de gouvernement. Le système postal avait une bureaucratie descendante et des divisions postales qui correspondaient étroitement aux divisions administratives locales. Dans l’Empire chinois, l’usage de messagers civils prévalait en nombre par rapport aux messagers militaires. Les messagers civils chinois étaient souvent des agriculteurs pauvres voire en faillite, ou un certain groupe de civils effectuant la transmission comme une corvée, les outils qu’ils utilisaient étant fournis et entretenus par l’État. Ils travaillaient dans les relais classés en différents niveaux. Ces relais, outre leur fonction de point de transmission, avaient aussi d’autres rôles exigés par la loi.

The Chinese postal system dates to antiquity, a time when the scattered kingdoms on Chinese territory established various models of information transmission, primarily dependent on the needs of local rulers. However, the unification of China by the Qin dynasty in 221 BCE also led to the standardization of the information transmission system, now regulated by the law of the Qin central court. The core of this postal system was inherited by Qin’s immediate successor, the Han dynasty (206 BCE - 220 CE) and maintained by all subsequent dynasties. In our presentation, we will attempt to illustrate what the postal system in ancient China consisted of and how it functioned as a means of communication, particularly as a government tool. The postal system had a hierarchical bureaucracy and postal divisions that closely corresponded to local administrative divisions. In the Chinese Empire, the use of civilian messengers outnumbered military messengers. Chinese civilian messengers were often poor or bankrupt farmers, or a specific group of civilians performing transmission as a duty, with the tools provided and maintained by the state. They operated in relays classified at different levels. These relays, besides serving as transmission points, also had other roles mandated by law.

Il sistema postale cinese risale all’antichità, quando i regni sparsi sul territorio cinese stabilirono modelli diversi di trasmissione delle informazioni, dipendenti principalmente dalle esigenze dei governanti locali. Tuttavia, l’unificazione della Cina da parte della dinastia Qin nel 221 a.C. portò anche all’unificazione del sistema di trasmissione delle informazioni, a quel punto regolato dalla legge della corte centrale Qin. Il nucleo di questo sistema postale fu ereditato dal successore di Qin, la dinastia Han (206 a.C. - 220 a.C.) e mantenuto per tutte le dinastie successive. Nella nostra presentazione cercheremo di illustrare in cosa consistesse il sistema postale nell’antica Cina, come funzionasse come mezzo di comunicazione e, in particolare, come strumento di governo. Il sistema postale aveva una burocrazia gerarchica e delle divisioni postali che corrispondevano strettamente alle divisioni amministrative locali. Nell’Impero cinese, l’uso dei messaggeri civili superava quello dei messaggeri militari. I messaggeri civili cinesi, spesso contadini poveri o in bancarotta, o un gruppo specifico di civili (che eseguivano le trasmissioni per lavoro, con gli strumenti forniti e mantenuti dallo Stato), lavoravano in stazioni di collegamento classificate a diversi livelli. Queste stazioni, oltre ad essere dei punti di trasmissione, avevano anche altri ruoli previsti dalla legge.

Lik Hang Tsui

City University of Hong Kong


Balancing Use and Abuse: Personal Letters and Official Postal Delivery in Mid-imperial China

Tra usi ed abusi: lettere private e sistema postale ufficiale nella Cina imperiale nell’età di mezzo


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During the transformative eleventh to twelfth centuries in Song China, government officials regularly corresponded with each other and their families. This paper examines the postal system’s regulations and the challenge of enforcing them in this dynamic historical context of the 11-12th centuries, characterized by the consolidation of literati culture, the advent of print technology, and significant political turmoil. Officials of Song China depended on the state courier system for transmitting “personal letters” (sishu), which were distinct from bureaucratic documents, despite serving no administrative purpose. They relied on the government’s courier transport system to transmit written messages to their colleagues and family from afar, especially since they had to rotate between posts in local offices. This research delves into the tension between official and personal use of the postal network, revealing how early Song concessions created irreducible conflicts in communication privacy and security. The paper analyses the state’s rationale behind permitting private correspondence within an official framework (sishu fu di), the reactions to the misuse of resources, and the broader implications for the Song government’s regulatory strategies. Utilizing Song-era regulations and contemporary literary sources, this study not only revisits scholarship by historians Peter J. Golas and Cao Jiaqi, but also seeks to bridge research on government postal policy and letter-writing customs. In essence, this presentation aims to contribute to the history of epistolary practices and postal institutions in China, offering insights for comparative and global postal history research.

Nella Cina della dinastia Song, nei secoli XI e XII, ricchi di cambiamenti, i funzionari governativi corrispondevano regolarmente tra di loro e con le loro famiglie. Questo studio analizza le regole del sistema postale e le sfide per farle rispettare in questo contesto storico dinamico, caratterizzato dal consolidamento della cultura dei letterati, dall’avvento della stampa e da grande confusione politica. I funzionari dipendevano dal sistema dei corrieri statali per inviare “lettere personali” (sishu), diverse dai documenti burocratici, nonostante non avessero alcuno scopo amministrativo: dovendo avvicendarsi tra gli incarichi negli uffici locali anche lontani, si affidavano al sistema di trasporto dei corrieri governativi per trasmettere messaggi a colleghi e famiglie. Questa ricerca esamina la tensione tra uso ufficiale e personale della rete postale, rivelando come le iniziali concessioni del periodo crearono conflitti insanabili nella privacy e nella sicurezza delle comunicazioni. L’articolo analizza le motivazioni che spingevano lo Stato a consentire la corrispondenza privata all’interno di una struttura ufficiale (sishu fu di), le reazioni all’uso improprio delle risorse e le implicazioni per le strategie normative del governo. Utilizzando i regolamenti dell’epoca e le fonti letterarie contemporanee, questo studio non solo rivisita le ricerche degli storici Peter J. Golas e Cao Jiaqi, ma cerca anche di creare un ponte tra le ricerche sulla politica postale del governo e quelle sulle consuetudini epistolari imperiali. In definitiva, questa presentazione intende contribuire alla storia delle pratiche epistolari e delle istituzioni postali cinesi, offrendo spunti per la ricerca comparativa e globale sulla storia postale.

Sébastien Richez

Comité pour l’histoire de La Poste, France


La Poste et l’expression du sentiment amoureux, de la fin de l’Ancien Régime au XXe siècle

Post Office and feelings of love expression from the end of the Ancient Regime to the 20th century

La Posta e l’espressione dell’amore dalla fine dell’Ancien Regime al XX secolo


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Etudier la Poste amène à la prise en considération de ses objets emblématiques : la matérialité, les services, les réseaux techniques et humains. Ils touchent aussi aux tarifs, la mesure des distances-temps, ou encore une architecture monumentale. Ainsi dotée, la Poste s’est d’abord imposée dans la vie quotidienne des élites dès le virage des XVIIIe et XIXe siècles, puis dans celle de toutes les classes avec les progrès de l’alphabétisation avant la Première Guerre mondiale. Entre les deux phases s’est affirmé le mouvement du romantisme culturel prônant une liberté dans l’expression des émotions. En France, l’image de la poste été influencée par les nouveaux univers de ce romantisme. La Poste endosse dès lors à travers plusieurs dimensions, de nombreuses formes de représentation et d’expression du sentiment amoureux. De surcroît, la société et le qu’en dira-t-on populaire s’ingénient à façonner les imaginaires les plus poétiques ou triviaux au prisme de l’institution. Cette proposition ambitionne une approche culturelle dont l’objectif est d’analyser les clés d’un dialogue entre « poste » et « amour » à travers, entre autres, la presse satirique, la culture populaire et classique, une riche iconographie, les archives des Postes. Grâce à ce corpus, on s’intéressera d’abord aux dynamiques de transmission du message amoureux… Puis, il s’agira de décrypter l’incarnation de l’amour… par les postiers à l’œuvre ! Enfin, on envisagera les interactions entre messages amoureux et matérialité postale.

Studying the Post Office leads to consideration of its emblematic objects: materiality, services, technical and human networks. They also deal with prices, measurement of distance-time, or even monumental architecture. Thus, the Post Office first imposed itself in the daily life of elites from the turn of the 18th and 19th centuries, and then of all classes with the strong progress of literacy before the First World War. Between the two phases, the movement of cultural romanticism asserted itself, advocating freedom in the expression of emotions. In France, the image of the Post Office was influenced by the new areas of romanticism. The Post Office therefore endorsed through several dimensions, numerous forms of representation and expression of the feelings of love. In addition, society and popular opinion strived to shape the most poetic or trivial imaginations through and from the prism of the institution. This proposal aims for a cultural approach whose objective is to analyse the keys of a dialogue between “Post” and “love” through, among others, satirical press, popular and classic culture, a rich iconography, postal archives. Thanks to this corpus, we will first focus on the dynamics of transmission of the loving message... Then, it will be a question of decrypting the incarnation of love... by the postal workers at work! Finally, we will consider the interactions between romantic messages and postal materiality.

Lo studio della Posta porta a considerare i suoi oggetti emblematici: la materialità, i servizi, le reti tecniche e delle persone, ma anche i prezzi, la misurazione delle distanze e l’architettura monumentale. In questo modo La Poste si affermò prima nella vita quotidiana delle élite a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, e poi in quella di tutte le classi, grazie alla forte alfabetizzazione precedente la Prima Guerra Mondiale. Tra le due fasi si affermò il movimento del romanticismo culturale, che sosteneva la libertà nell’espressione delle emozioni. In Francia, l’immagine de La Poste fu influenzata dalle nuove aree del romanticismo. La Poste si manifestò attraverso diverse dimensioni e forme di rappresentazione ed espressione dei sentimenti d’amore. Inoltre, la società e l’opinione popolare si sforzarono di dare forma agli immaginari più poetici o banali attraverso il prisma dell’istituzione. Questo studio vuole adottare un approccio culturale il cui obiettivo è analizzare le chiavi del dialogo tra “posta” e “amore” attraverso, tra l’altro, la stampa satirica, la cultura popolare e classica, una ricca iconografia, gli archivi postali. Grazie a questo corpus, ci concentreremo dapprima sulle dinamiche di trasmissione del messaggio amoroso... Poi, bisognerà decrittare l’incarnazione dell’amore... da parte dei postini al lavoro! Infine, considereremo le interazioni tra i messaggi romantici e la materialità postale.

Paolo Procaccioli

Università della Tuscia


Technicalia epistolari nel "Secretario" di Francesco Sansovino

Epistolary technicalia in Francesco Sansovino’s "Secretario"


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L’intervento propone un’analisi della materia epistolare svolta nelle varie edizioni del Secretario di Francesco Sansovino, un’opera nella quale «si mostra et insegna il modo di scriver lettere acconciamente et con arte, in qual si voglia soggetto». Pubblicato a Venezia nel 1564 e riproposto poi più volte con aggiornamenti e integrazioni, il testo conobbe una fortuna europea che sanciva il primato italiano in materia di epistolografia volgare. Di particolare interesse, ed è l’argomento specifico sul quale si richiama qui l’attenzione, il fatto che Sansovino facesse precedere la trattazione propriamente retorica dal richiamo di una serie di dettagli tecnici (soprascritti, piegature, sigilli, spago, cera…) presentati come propri di un sapere del quale era depositario il segretario, una figura professionale da sempre centrale nel sistema politico e diplomatico e cui era demandata la redazione, la confezione e la trasmissione della lettera.

This paper proposes an analysis of the epistolary subject contained in the various editions of Francesco Sansovino’s Secretario, a work where “the way of writing letters is shown and taught skillfully and with art, in any subject”. Published in Venice in 1564 and re-published several times with updates and additions, the text was well known at European level, thus establishing an Italian supremacy on vernacular epistolography. Particularly interesting, and this is the specific subject to which our attention is drawn, is the fact that Sansovino preceded the strictly rhetorical part with a series of technical details (letter fronts, creasing, seals, twine, wax...) presented as the core of a knowledge belonging to the secretary, a professional figure who had always been central to the political and diplomatic system and who was entrusted with the drafting, packaging and transmission of the letter.

Nicoleta Serban

Expert at The Institute for the Investigation of the Crimes of Communism and the Memory of the Romanian Exile, Bucharest


Letters sent clandestinely from Romania to Radio Free Europe station (1977-1989)

Lettere clandestine dalla Romania a Radio Free Europe (1977-1989)

Mónica Farkas

Universidad de Buenos Aires, Argentina – Universidad de la República, Uruguay


Aficionados y expertos: las revistas filatélicas y su rol en la historia y política postales

Amateurs and Experts: Philatelic Journals and Their Role in Postal History and Politics

Appassionati ed esperti: Le riviste filateliche e il loro ruolo nella storia e nella politica postale


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La Revista de la Sociedad Filatélica Argentina, en su primer número, destaca el arraigo y la diversidad de actividades en torno al sello postal. Aunque sorprendentemente carente de imágenes, este lanzamiento evidencia un entorno robusto donde se entremezclan especialistas, coleccionistas, funcionarios, historiadores y aficionados. Este trabajo aborda ese espacio de sociabilidad, surgido en el siglo XIX, con el objetivo de poner en evidencia tanto los aspectos visuales como los no visuales del sello postal, como documento oficial y objeto de colección. La publicación, dirigida a especialistas, coleccionistas y al Estado emisor, aborda temas como la selección de imágenes, la calidad de impresión y la renta pública asociados a los sellos. Asimismo, se destaca su influencia en las políticas de emisión postal y su papel en el coleccionismo internacional. Estas revistas, buscando legitimarse en el ámbito periodístico, se convirtieron en foros de debate y referencia para aficionados y expertos. En conjunto, estas publicaciones no solo perfilan al coleccionista, sino que también ofrecen valiosa información para investigaciones sobre la historia postal y el papel de la industria gráfica y la Dirección General de Correos en la Argentina del siglo XIX.

The first issue of the Revista de la Sociedad Filatélica Argentina highlights the rootedness and diversity of activities surrounding postage stamps. Despite surprisingly lacking images, this launch showcases a robust environment where specialists, collectors, officials, historians, and amateurs mingle. This work addresses this social space, emerged in the 19th century, aiming to highlight both the visual and non-visual aspects of the postage stamp as an official document and collectible item. The publication, aimed at specialists, collectors, and the issuing State, discusses topics such as image selection, print quality, and public revenue associated with stamps. Additionally, its influence on postal issuance policies and its role in international collecting are emphasized. These journals, seeking legitimacy in the journalistic realm, became forums for debate and reference for enthusiasts and experts. Together, these publications not only profile the collector but also provide valuable information for research on postal history and the role of the printing industry and the General Post Office in 19th century Argentina..

Nel suo primo numero, la Revista de la Sociedad Filatélica Argentina mette in evidenza il radicamento e la diversità delle attività legate ai francobolli. Anche se sorprendentemente priva di immagini, questa pubblicazione mostra un ambiente florido in cui si mescolano specialisti, collezionisti, funzionari, storici e dilettanti. Questo studio è dedicato a questo spazio sociale, emerso nel XIX secolo, con l’obiettivo di evidenziare gli aspetti visuali e non del francobollo in quanto documento ufficiale e oggetto da collezione. La pubblicazione, rivolta a specialisti, collezionisti e allo Stato emittente, affronta temi quali la selezione delle immagini, la qualità di stampa e gli introiti pubblici associati ai francobolli. Inoltre, viene sottolineata la sua influenza sulle politiche di emissione postale e il suo ruolo nel collezionismo internazionale. Queste riviste, in cerca di legittimazione nel campo giornalistico, divennero forum di dibattito e di riferimento per appassionati ed esperti. Insieme, queste pubblicazioni non solo tracciano il profilo del collezionista, ma forniscono anche informazioni preziose per la ricerca sulla storia postale e sul ruolo dell’industria tipografica e della Direzione Generale delle Poste nell’Argentina del XIX secolo.

Martina Hacke

Independent Researcher, Università di Düsseldorf


Per una storia degli indirizzi sulla sovrascritta delle lettere private e loro funzione

For a history of addresses on envelope fronts of private letters and their function


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Questo studio parte dalle lettere della famiglia Amerbach, scambiate tra il 1501 e il 1508 da Bruno e Basilius, studenti a Parigi, con i genitori rimasti a Basilea, Johann Amerbach (editore e tipografo) e sua moglie Barbara Ortenberg. Gli indirizzi di queste lettere non sono standardizzati, anche se vi è il nome del destinatario, spesso accompagnato da informazioni sul luogo, che poteva non essere quello di consegna delle lettere. L’indirizzo sulla sovrascritta entra nella storia delle lettere come espressione della diplomazia, ma la sua funzione non è ancora stata studiata, almeno per il primo periodo. Sembra incredibile, perché è proprio questa la domanda al centro della storia dei trasporti e della corrispondenza: come venivano consegnate le lettere nel medioevo e all’inizio dell’età moderna? Come faceva il messaggero a trovare il destinatario? Quale funzione svolgeva l’indirizzo sulla sovrascritta?

This study starts from the letters of the Amerbach family, exchanged between 1501 and 1508 by Bruno and Basilius, students in Paris, with their parents living in Basel, Johann Amerbach (publisher and printer) and his wife Barbara Ortenberg. The addresses on these letters are not standardised, although the name of the addressee is present, often accompanied by information on the place, which may not have been the place of delivery of the letters. The address on envelope fronts appears in the history of letters as an expression of diplomacy, but its function has not been studied yet, at least for the early period. Hard to believe, as this is precisely the question at the heart of the history of transport and correspondence: how were letters delivered in the Middle Ages and early modern times? How did the messenger find the addressee? What was the function of the address on the envelope front?

Pérola Maria Goldfeder Borges de Castro

Universidade de São Paulo, Brazil


Urban postal services in Rio de Janeiro: Projects, spatialities, continuities and ruptures, 1830s to 1880s

I servizi postali urbani a Rio de Janeiro: progetti, spazialità, continuità e rotture 1830-1880


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This proposal deals with the establishment of urban postal services in the 19th century city of Rio de Janeiro. To do this, we first look at the international parameters in relation to which the Brazilian experience gained significance, with emphasis on the Parisian petite poste project conceived by Claude Humbert Piarron de Chamousset at the end of the 18th century. We then analyze how the European model of urban postal service was adapted to the diverse reality of Brazilian cities, especially Rio de Janeiro. Different actors contributed to this process, from Rio de Janeiro businessman Paulo Fernandes Vianna to the various heads of the Brazilian General Post Office between the 1830s and 1880s. Based on statistical data and other information collected from administrative reports and newspapers of the time, we have drawn up a series of tables and maps that will be analyzed in order to gain a preliminary understanding of the geography of flows and infrastructure that characterized Rio’s urban postal system in the second half of the 19th century. Our basic hypothesis is that the apparent low profitability of this service revealed by data – and which would have justified its interruption at different times – may have been due to the coexistence of private/domestic slave-based alternative ways of forwarding urban mail.

Questa proposta tratta della creazione di servizi postali urbani nella città di Rio de Janeiro. A tal fine, esaminiamo innanzitutto i parametri internazionali rispetto ai quali l’esperienza brasiliana assume significato, con particolare attenzione al progetto parigino della petite poste ideato da Claude Humbert Piarron de Chamousset alla fine del XVIII secolo. Analizziamo poi come il modello europeo di servizio postale urbano sia stato adattato alla diversa realtà delle città brasiliane, in particolare di Rio de Janeiro. A questo processo hanno contribuito diversi attori, dall’uomo d’affari Paulo Fernandes Vianna ai vari capi della Direzione generale delle Poste tra gli anni 1830 e 1880. Sulla base di dati statistici e di altre informazioni raccolte da relazioni amministrative e giornale dell’epoca, abbiamo elaborato una serie di tabelle e mappe che verranno analizzate per ottenere una prima comprensione della geografia dei flussi e delle infrastrutture che caratterizzavano gli uffici postali urbani di Rio nella seconda metà del XIX secolo. La nostra ipotesi di base è che l’apparente scarsa redditività di questo servizio che i dati rivelano – e che avrebbe giustificato la sua interruzione in tempi diversi – possa essere stata dovuta alla coesistenza di modi alternativi di inoltro della posta urbana, basati su schiavi privati e domestici.

Fabio Bonacina, Raffaella Gerola

Museo dei Tasso e della storia postale, Cornello dei Tasso – Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi”, Prato


Presentazione del volume I Paar di Parre

Presentation of the book “I Paar di Parre”


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Il libro è dedicato alla famiglia bergamasca dei Paar e al loro rapporto con la famiglia dei Tasso: due famiglie alle quali spetta il merito di aver organizzato e gestito per secoli le Poste d’Europa. Le vicende storiche dei Tasso sono state ampiamente documentate e illustrate. Non così è stato per i Paar, ai quali, salvo un numero esiguo di monografie e saggi prodotti in ambito mitteleuropeo, non sono stati dedicati studi approfonditi. In Italia la multiforme attività dei Paar era finora praticamente sconosciuta per l’assenza quasi assoluta di ricerche sia sulle origini sia sullo sviluppo della famiglia in relazione alla sua attività postale. Questo volume – grazie alla collaborazione tra ricercatori, studiosi ed istituzioni – colma la lacuna e fornisce un primo quadro generale ma dettagliato della storia dei Paar nel corso di quattro secoli.

The book is dedicated to the Paar family, originating from the Bergamo area, and to their relationship with the Tasso family: two families who have the merit of having organised and managed the European Postal Service for centuries. The history of the Tasso family has been extensively documented and illustrated. This was not the case with the Paar family: apart from a small number of monographs and essays produced in the Central European context, they have not been the object of thorough studies. In Italy, the multifaceted activity of the Paar family was practically unknown until now, due to the almost complete lack of research both on the origins and on the development of the family in relation to its postal activity. This volume – thanks to the cooperation among researchers, scholars, and institutions – fills this gap and provides a first general yet detailed picture of the history of the Paar family over four centuries.

Honora Spicer

Harvard University History Department, USA


“A Wall Will Be Erected Along the Frontier”: Post as Front in West Texas, 1851-1861

“Verrà eretto un muro lungo la frontiera”. La posta come fronte nel Texas occidentale, 1851-1861


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This paper considers the legacy of the post in West Texas in the formation of a militarized border. Treaties with Mexico mandated US management of southbound Indigenous raiding across the border in formation, while postal contracts prioritized certainty, celerity, and security. These contract terms guided postal agents’ behavior crossing sovereign Mescalero Apache and Comanche lands in West Texas before and in place of US Army presence. Postal contractors constructed infrastructure at key Indigenous water sites during years of drought, imported guns and used defense of the mail to justify killing with impunity, and built fortified corrals and stations that became army forts. By the end of the decade, Indigenous defense in the region led to postal property losses and the termination of postal contracts. Regular cross-continental mail service would not return through West Texas until mail by rail in the 1880s, coinciding with federal policies of Apache and Comanche displacement. This paper considers the relationship between imperial and democratizing narratives of postal projects, focusing on the significance of the post’s financial structures, material projects of fuel extraction, and spatial representations in a region where federal presence is now especially pronounced and at the same time comparatively recent.

Questo lavoro analizza l’eredità della posta nel Texas occidentale nella formazione di un confine militarizzato. I trattati con il Messico imponevano agli Stati Uniti di gestire le incursioni degli indigeni diretti a sud attraverso il confine in fieri, mentre i contratti postali davano priorità alla certezza, alla rapidità e alla sicurezza. Questi termini contrattuali dettavano il comportamento degli agenti postali che attraversavano le terre sovrane degli Apache Mescalero e dei Comanche nel Texas occidentale prima dell’arrivo dell’esercito statunitense, e in vece sua. Gli appaltatori postali costruivano infrastrutture in punti d’acqua fondamentali per gli indigeni in periodi di siccità, importavano armi, usavano come scusa la difesa della posta per giustificare le uccisioni, inoltre costruivano recinti e stazioni fortificate che divennero fortini dell’esercito. Alla fine del decennio, la difesa indigena nella regione aveva portato a perdite di proprietà postali e alla risoluzione dei contratti postali. Il servizio postale regolare attraverso il Texas occidentale sarebbe tornato solo negli anni Ottanta del XIX secolo, in concomitanza con le politiche federali di allontanamento di Apache e Comanche. Questo articolo analizza la relazione tra le narrazioni imperiali e democratizzanti dei progetti postali, soffermandosi sul significato delle strutture finanziarie della posta, sui progetti materiali di estrazione del combustibile e sulle rappresentazioni spaziali in una regione dove la presenza federale è ora particolarmente pronunciata e allo stesso tempo relativamente recente.

Renzo Chiovelli (*) e Vania Rocchi (**)

(*) “Sapienza” Università di Roma, (**) C.I.S.Sa.S. – Centro Internazionale di Studi sul Santo Sepolcro


Posta e peste. La disinfezione delle lettere tra Stato pontificio e Granducato di Toscana

Mail and Plague. The disinfection of letters between the Papal States and the Grand Duchy of Tuscany


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Lo studio della documentazione d’archivio ha consentito di rinvenire una serie di documenti inediti riguardanti la disinfezione postale sul confine tosco-laziale in occasione delle numerose epidemie occorse in vari secoli, tra cui anche molte lettere disinfettate. Lungo l’arteria stradale che sin dal Medioevo, col nome di Via Francigena, era uno dei più importanti accessi allo Stato Pontificio, ed a Roma, esercitavano il compito di effettuare la disinfezione sulla posta in transito i luoghi di dogana ed eventualmente i lazzaretti, di Centeno, sul confine, e di Acquapendente, come primo centro abitato. Qui hanno operato la disinfezione della posta prima i soldati Corsi Papali e dal Settecento i Padri Camilliani, di cui si sono rintracciati i carteggi, così come sono state rinvenute le direttive emanate dal locale Commissario Apostolico alla sanità. Documenti reperiti presso gli archivi comunali e dello Stato di Roma.

The study of archival documentation has disclosed a series of unpublished documents relating to postal disinfection on the Tuscan-Lazio border during the many epidemics that occurred over several centuries, including many disinfected letters. Along the road that since the Middle Ages, under the name Via Francigena, was one of the most important accesses to the Papal States and to Rome, the disinfection of the mail in transit was carried out by the customs posts and possibly the lazarettos – in Centeno, on the border, and Acquapendente, the nearest town. Here, mail disinfection was carried out first by the Papal Corsican soldiers and, from the 18th century onwards, by the Camillians, whose papers have been traced, as well as the directives issued by the local Apostolic Commissioner for Health. Documents found in municipal and state archives in Rome.

22 giugno / June
Biblioteca “Alessandro Lazzerini”, Prato

Emory Earl Toops

Independent Researcher, USA


Regime Change in Vietnam: Issues of the Provisional Revolutionary Government and Restoration of Postal Services in the Defeated South

Cambio di regime in Vietnam: I problemi del governo rivoluzionario provvisorio e il ripristino dei servizi postali nel Sud sconfitto


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The speed with which postal services are resumed after a regime change due to a revolution or a defeat shows how organized the new authorities are and what value they place on the mail.When the Republic of Vietnam collapsed on 30 April 1975, the main post office in Saigon re-opened for business only seven days later and, by August 1975, mail to and from foreign countries had resumed. This resumption was enabled by a theoretical foundation laid in June 1968 by the National Front for the Liberation of South Vietnam (NLF) for a civilian postal system as well as stamps “waiting in the wings” for use by its formal governing structure, the Provisional Revolutionary Government (PRG). Postage stamps are symbols of state sovereignty. As revolutionary organizations, the NLF and the PRG used stamps as propaganda to show that they were the actual government of South Vietnam. A study of the restoration of postal services by the PRG allows one to understand the importance the new regime placed on the post to unite the country after a 30-year war; it also preserves a philatelic history of revolution as the NLF and the PRG are being edited out of the national narrative of the unified Socialist Republic of Vietnam.

La rapidità di ripresa dei servizi postali dopo un cambio di regime dovuto a una rivoluzione o a una sconfitta dimostra quanto siano organizzate le nuove autorità e quale valore attribuiscano alla posta. Quando la Repubblica del Vietnam crollò il 30 aprile 1975, l’ufficio postale principale di Saigon riaprì solo sette giorni dopo e, nell’agosto 1975, le spedizioni da e per l’estero erano riprese. Tutto ciò fu possibile grazie a una rifondazione teorica del sistema postale civile, effettuata nel giugno 1968 dal Fronte Nazionale per la Liberazione del Vietnam del Sud (NLF), e ai francobolli “in attesa” di essere utilizzati dalla sua struttura di governo, il Governo Rivoluzionario Provvisorio (PRG). I francobolli sono simbolo di sovranità dello Stato. Da organizzazioni rivoluzionarie, NLF e PRG usarono i francobolli come propaganda per dimostrare di essere il vero governo del Vietnam del Sud. Lo studio della ripresa del servizio postale da parte del PRG permette di comprendere l’importanza che il nuovo regime attribuiva alla posta per unire il Paese dopo una guerra trentennale; inoltre, conserva una storia filatelica della rivoluzione, dal momento che NLF e PRG sono stati cancellati dalla narrazione nazionale dell’unificata Repubblica Socialista del Vietnam.

Graziano Mamone

Università di Genova


“Spostati”. Riflessioni sulle comunicazioni postali nel sistema manicomiale italiano. 1861-1978

Misfits. Considerations on postal communication in the system of Italian mental hospitals. 1861-1978


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L’obiettivo della relazione è ragionare sulle dinamiche epistolari che sussistevano nei manicomi italiani in un arco cronologico vasto che va dall’Unità di Italia alla deistituzionalizzazione basagliana. Dunque il ruolo della posta nell’universo dell’internamento psichiatrico, il suo funzionamento, il suo essere sia parte integrante della terapia sia prova di una diagnosi a seconda dell’approccio medico adottato, la frustrazione della mancata comunicazione nel caso delle lettere che non venivano consegnate ai destinatari ma “trattenute” nella cartella clinica. Con le lettere si chiedeva al direttore di accogliere in manicomio un parente, con le lettere i degenti cercavano di uscirne. Ma come venivano consegnate le lettere? Esisteva un processo di smistamento interno? A queste e ad altre domande tenterò di dare una risposta nel mio intervento. Il rifermento agli “spostati” vuole essere un gioco di parole atto a definire in maniera gergale gli internati ma allude chiaramente alla mancanza di posta (appunto S-POSTATI) nel caso delle comunicazioni inibite dagli psichiatri.

The aim of the paper is to reflect on the epistolary dynamics existing in Italian asylums over a vast chronological span going from the Unification of Italy to the deinstitutionalisation started by the psychiatrist Franco Basaglia. Thus, the role of the mail in the universe of psychiatric internment, its functioning, its being both an integral part of therapy and proof of a diagnosis depending on the medical approach adopted, the frustration of non-communication when letters were not delivered to the recipients but ‘kept’ in medical files. Through letters the director was asked to admit a relative to the asylum, through letters the inpatients tried to get out. But how were the letters delivered? Was there an internal sorting process? I will attempt to answer these and other questions in my presentation.

Amel Brahmi

PhD candidate, Columbia University, USA


Postcards sent between French Algeria and France in the late 19th century that depict Algerian women undressed

Cartoline postali inviate tra l’Algeria francese e la Francia alla fine del XIX secolo con ritratti di donne algerine svestite


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In the late 19th century postcards became a very popular medium across the world. In French Algeria, thousands of postcards were produced and circulated. Most of them depicted women unveiled. These colonial pornographic postcards were an advertisement to present the colony to future settlers, and the nakedness showed indigenous people as harmless, and under control. In his study of colonial postcards, Algerian scholar Malek Alloula argues that the images were a means of domination over both Algerian women and the Algerian population. Alloula denounces the sexualisation of indigenous women on postcards. My paper looks at postcards not only as photographs but mainly as commercial objects. The French government used them to describe a place of opportunity and in need of European civilization. They created an image of a Muslim woman who was promiscuous, carefree but also involved in manual labour, unlike her male peers. This aimed at creating a sense of superiority among the settlers. The French government had difficulties convincing future settlers. France did not advertise the land to its settlers who did not perceive the colony as an economic opportunity. Algeria was a hostile environment for them, and the postcards were proof that there was nothing to fear.

Alla fine del XIX secolo le cartoline divennero ovunque un mezzo di comunicazione molto popolare. Nell’Algeria francese ne furono prodotte e diffuse a migliaia: la maggior parte di esse raffigurava donne senza veli. Queste cartoline coloniali pornografiche erano una pubblicità per presentare la colonia ai futuri coloni, e la nudità mostrava la popolazione locale come innocua e sotto controllo. Nel suo studio sulle cartoline coloniali, lo studioso algerino Malek Alloula sostiene che le immagini erano un mezzo per dominare sia donne che la popolazione algerina. Alloula denuncia la sessualizzazione delle donne indigene nelle cartoline. Il mio articolo analizza le cartoline non solo come fotografie, ma soprattutto come oggetti commerciali. Il governo francese le usava per descrivere un luogo ricco di opportunità e bisognoso della civiltà europea, creando l’immagine di una donna musulmana promiscua, spensierata ma anche impegnata nel lavoro manuale – a differenza degli uomini suoi coetanei – per infondere un senso di superiorità tra i coloni. Il governo francese aveva difficoltà a convincere i futuri coloni, che non percepivano la colonia come un’opportunità economica, quindi non pubblicizzava il territorio. L’Algeria era un ambiente ostile, e le cartoline erano la prova che non c’era nulla da temere.

Mario Coglitore

Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna, Pisa – Istituto Dirpolis


La nuda vita. I fascicoli personali degli archivi postali italiani come fonte per lo studio della storia contemporanea

Plain life. Personnel files in Italian postal archives as a source to study contemporary history


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Ogni Direzione provinciale delle Poste apriva un fascicolo su ogni dipendente con la raccolta di tutti i provvedimenti: avanzamenti di carriera, certificati di malattia, note di valutazione, corrispondenza, notizie dall’esterno ecc. Questi fascicoli permettono quindi di seguire le vite lavorative di persone sottoposte a stretto controllo burocratico e descrivono la “nuda vita” di questi individui: s’intravede quindi la storia sociale italiana vista da un angolo prospettico molto particolare ma non per questo meno significativo. E studiare questa “gente di posta” equivale ad esaminare una parte significativa del pubblico impiego. Si tratta, infatti, di un gruppo che meglio di altri fornisce elementi di riflessione sul ceto impiegatizio pubblico italiano grazie alla diffusione delle Poste in tutta la penisola. Gli impiegati postali furono davvero una popolazione nella popolazione con i suoi protocolli amministrativi, i suoi valori condivisi, i suoi riti. L’archivio dei fascicoli del personale diventa, quindi, possibilità di continua verifica e suggerimento per tracce d’esplorazione.

Each Provincial Directorate of Posts opened a file on each employee with a collection of all actions: career advancements, sick notes, evaluation notes, correspondence, news from outside sources, etc. Therefore, these dossiers allow to follow the working lives of people subject to strict bureaucratic control and describe the ‘plain life’ of these individuals: a glimpse of Italian social history seen from a very special but no less significant perspective. Studying these ‘postal people’ equals to examining a significant part of the civil service. It is, in fact, a group that, better than others, provides insights into the Italian public white-collar working class, thanks to the spread of the Post Offices throughout the peninsula. Postal employees were indeed a population within a population with their own administrative protocols, shared values, and rituals. The archive of personnel files therefore becomes an opportunity for continuous verification and a hint to find traces of exploration.

Richard John

Columbia University, USA


Postal Policy in a Trans-Imperial Age: The United Kingdom, the United States, Brazil, France, and China

Politica postale in età trans-imperiale: Regno Unito, Stati Uniti, Brasile, Francia e Cina


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Postal policy is mostly studied at the national level. This letter compares and contrasts the postal policy in five countries — the United Kingdom, the United States, Brazil, France, and China — in the long nineteenth century— roughly 1790s-1910s. It is based mostly on the secondary literature. My working hypothesis is that British postal policy in this period was commercial; U. S. policy civic; French policy fiscal; Brazilian policy imperial; and Chinese policy anti-imperial. Each of these counties was either an empire, or enmeshed in trans-imperial networks. For this reason, it questions the appropriateness of the nation as a unit of analysis.

La politica postale si studia soprattutto a livello nazionale. Questo studio confronta e contrappone la politica postale di cinque Paesi – Regno Unito, Stati Uniti, Brasile, Francia e Cina – nel lungo Ottocento, pressappoco tra il 1790 e il 1910, e si basa principalmente sulla letteratura secondaria. La mia ipotesi di lavoro è che la politica postale britannica in questo periodo fosse commerciale, quella statunitense civile, quella francese fiscale, quella brasiliana imperiale e quella cinese anti-imperiale. Ciascuno di questi Paesi era un impero, oppure era coinvolto in reti trans-imperiali. Per questo motivo, questo studio mette in discussione l’adeguatezza della nazione come unità di analisi.

Bruno Crevato-Selvaggi

Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi”, Prato


Proposta di uno statuto disciplinare per la storia postale

Proposal for an international disciplinary standard on postal history


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L’autore ha proposto un testo per uno statuto disciplinare internazionale chiedendone l’approvazione, anche alla luce delle osservazioni ricevute nel 2022.

The author has proposed a text on an international disciplinary statute, asking for its approval, also considering the remarks received in 2022.